Gli strumenti della memoria

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Da quando esiste l’umanità, i grandi eventi della Storia sono sempre stati tramandati ai posteri proprio per la loro importanza collettiva, ma anche la vita di ciascuno di noi è caratterizzata da veri e propri punti cardine, momenti intensi che hanno segnato il nostro percorso e che teniamo per sempre impressi nel nostro cuore. Infatti non soltanto i re e i grandi condottieri, ma anche le persone “normali” sentono il bisogno di serbare il ricordo di attimi come la cerimonia di laurea, il compleanno di un figlio, una premiazione sportiva o il proprio matrimonio.

Se ci pensate, è proprio per questo che da quando esiste la scrittura ci sono sempre stati diari, archivi, catasti e trascrizioni degli esempi che ho appena citato: grazie a questi strumenti, dopo secoli o persino millenni, sappiamo quali atleti siano stati premiati alle Olimpiadi nell’antica Grecia e che sia stato Francesco Petrarca, non Dante (al contrario di quanto facciano pensare le statue che lo ritraggono) il “poeta laureato”.

Tuttavia, per quanto efficace e immediata, la scrittura non era abbastanza: l’uomo ha sempre voluto avere un’idea visiva delle cose. Basti pensare alle prime pitture rupestri, di cui sono esemplificative quelle trovate nelle grotte francesi di Lascaux: già agli albori della civiltà, si sentiva il bisogno di rappresentare l’aspetto dei cavalli e degli uri, perché per citare un detto ormai abusato ma veritiero, “Un’immagine vale più di mille parole!”

Seguendone l’assioma, la necessità di rappresentare visivamente le persone in modo sempre più realistico ha portato alla nascita della scultura, il cui costo e difficoltà compositiva ha però riservato all’appannaggio di soggetti mitologici o di grandi personalità storiche.

Per tale ragione, se è vero che possiamo ammirare ancora oggi il busto di Aristotele come la famiglia Medici ritratta da Michelangelo, l’uomo comune non poteva certo togliersi questa soddisfazione.

Maggiormente alla portata divenne la pittura, soprattutto la branca della ritrattistica, sia in campo storico che civile, per ovvi e fondati motivi. Immaginate per un attimo lo sforzo di realizzare centinaia di statue navali che ricordino la battaglia di Lepanto: quante tonnellate di marmo per realizzare le imbarcazioni, le onde marine, gli equipaggi … quante centinaia di metri per il collocamento sarebbero stati necessari? Un’impresa assolutamente impossibile o che avrebbe richiesto una generazione di scalpellini all’opera, con tempi di consegna pluridecennali.

Invece, per un quadro bastava soltanto il pennello, il colore e la tela su cui realizzarlo: compito non meno difficile e complesso, ma sicuramente molto più abbordabile a livello di tempistiche e di reperimento del materiale. Quindi, oltre che testimone dei grandi momenti della Storia, il pittore diventa il testimone anche della vita privata delle persone, sia aristocratiche (come i quadri realizzati da Tiziano per i dogi della città di Venezia) che del popolo benestante.

In questo periodo comincia a nascere anche l’advertising: prima attraverso le insegne pittoresche dei negozi, poi con manifesti artistici, dalle immagini colorate e spettacolari, create apposta per attirare l’interesse dei clienti, spesso troppo distratti o illetterati per leggere una lunga e precisa brochure.

La comunicazione diventa così sempre più legata alla sfera visiva, più che fisica: un qualcosa da contemplare più che toccare, che permetta di fare associazioni ai propri ricordi.

L’invenzione della fotografia ha rivoluzionato il genere: finalmente, dopo migliaia di anni, l’uomo non deve più fare i conti con una reinterpretazione. Seppur abile e capace, il pittore infatti mette sempre un tocco personale nel quadro, una sua visione artistica, ma dalla comparsa della fotocamera questo problema non esiste più: adesso, siete realmente voi!

Con l’evolversi dei mezzi tecnologici, in tempi recenti è veramente alla portata di chiunque poter scattare una foto, diventando una delle più utilizzate e familiari modalità di conservare i ricordi, ma anche il mondo del business se n’è presto appropriato.

Non esiste prodotto della modernità, dal nuovo modello di smartphone alla fuoriserie di una nota compagnia automobilistica che non preveda un professionale ed esaustivo servizio d’advertising basato su fotografie accattivanti e coinvolgenti, ad altissima risoluzione.

Ma l’evoluzione non si è fermata qui. Nel prossimo articolo parleremo del più recente, realistico e soprattutto efficace strumento per reclamizzare un prodotto: il video.


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Paolo: info@playstopvideo.it

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